Auto usate, come difendersi dalle truffe

Usato sicuro

Chi è alle prese con l’acquisto dell’auto di seconda mano, ha di fronte a sé tre possibilità: cercare il proprio usato andando sul sicuro, ossia in concessionaria ufficiale approfittando magari di promozioni particolari, rivolgersi ai privati oppure alle concessionarie generiche.

Queste ultime, sebbene siano tenuti a offrire le stesse garanzie sull’usato, non possono assicurare i plus che le Case offrono sul proprio usato garantito. Rientrano in questi programmi, in genere, tutte quelle auto il cui passato sia conosciuto e certificabile dalla rete ufficiale.

Cercando tra le offerte si possono fare buoni affari; la scelta è consigliata a chi decide di investire un budget più alto, rispetto a chi acquista direttamente da privato. Il prezzo superiore ha più di una giustificazione, a conti fatti.

Viceversa, l’acquisto da privato comporta una diversa aspettativa sulla cifra da sborsare, per portarsi a casa l’auto. La mancanza di intermediari contribuisce ad abbassare il prezzo, ma non solo. Il concessionario per legge deve consegnare l’usato con almeno dodici mesi di garanzia, ed è suo dovere offrire al cliente un’auto già tagliandata e controllata.

Tra privati viceversa, la formula di vendita è quella del visto e piaciuto, e questo solleva in toto (o quasi) il venditore da eventuali futuri problemi del veicolo. Chi vende non è tenuto a riconoscere alcuna garanzia, né tantomeno a consegnare l’auto col tagliando già effettuato.

Il tutto si traduce in una pretesa economica inferiore, con l’acquirente ben consapevole del fatto che per stare tranquillo dovrà controllare a proprie spese il mezzo, dopo l’acquisto. I rischi di natura meccanica tuttavia non sono gli unici a poter insorgere, in queste occasioni.

In una trattativa tra privati possono insorgere problemi di altra natura e di ben altra portata. Vediamo quali sono i più comuni, e come fare per mettersi al riparo da tentativi di truffa e raggiri.

Le truffe più comuni

Nelle compravendite tra privati, non è raro imbattersi in organizzazioni criminali dedite al riciclaggio di denaro. Le dinamiche sono piuttosto standard: l’acquirente si dimostra fortemente interessato, ed è disposto a pagare subito l’auto, pur non avendola vista dal vivo.

Spesso propone l’acquisto a prezzi anche superiori a quanto richiesto, pur di concludere in fretta. La compravendita va a buon fine, col venditore che si vede accreditata la somma via bonifico. A questo punto scatta l’operazione di riciclaggio: chi compra effettua un bonifico di molto superiore a quanto pattuito, e chiede la restituzione del surplus versato per errore.

Il venditore acconsente, ed effettua a sua volta un bonifico all’acquirente per restituire la cifra in eccesso. Chi vende non ha perso nulla, ma ha involontariamente ripulito del denaro sporco proveniente da organizzazioni criminali.

L’assegno scoperto è una dinamica piuttosto diffusa. La banca ha bisogno di qualche giorno lavorativo, prima di poter accertare se l’assegno è coperto o meno. Nel frattempo l’auto è stata venduta. In questa situazione, è davvero difficile venire a capo della faccenda. Acquirenti provenienti dalla Costa d’Avorio: la truffa è ormai conosciuta da molti, ma il rischio di cadere nella trappola è elevato. Il fantomatico acquirente ha fretta di concludere, non vuole nemmeno vedere l’auto e invia una foto sua e del suo passaporto. Per concludere l’affare, l’acquirente dovrà versare una tassa pari al 10% del valore dell’auto alle autorità ufficiali del Paese. Sembrerebbe tutto in regola, ma una volta versata la cifra i contatti si interrompono e il denaro sarà perduto.

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